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La Coronatio Marthyrum
di Francesca Pace
Intorno alla memoria dei martiri Simplicio, Faustino e Viatrice si sviluppò nel corso del IV secolo l'area cimiteriale sotterranea, il cui fulcro rimaneva il Sepolcro dei Martiri. Più tardi - probabilmente nel VI sec. - vi fu posto lo splendido affresco della Coronatio Marthyrum.
Oggi, a seguito di ripetute sacrileghe profanazioni e successivi restauri, l'opera è conservata, sebbene non più completamente leggibile nei suoi tratti. Dobbiamo aiutarci allora con la riproduzione che ne fece al momento della riscoperta dell'area cimiteriale (1867) l'acquarellista Giuseppe Gnoli, per volontà di G.B. De Rossi, l'archeologo scopritore.
Rappresenta la gloria dei martiri Viatrix, Simplicius, Faustinus e Rufinianus posti a due a due ai lati del Cristo.
Di Rufiniano possiamo far riferimento a quanto detto di lui da G.B. De Rossi:
"Martire Rufo, nominato negli atti di S. Crisogono, il quale dapprima fu vicario dell'Imperatore e poi convertito da S. Crisogono. Divenne martire anch'egli".
Per questo è raffigurato con la clamide, insegna speciale dei sicari dell'Imperatore (forse fu lui a far eseguire la condanna a morte dei martiri).
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